DI COSA MI OCCUPO OLTRE CHE DI CHIRURGIA ORTOPEDICA IN TUTTI I SUOI CAPI DI APPLICAZIONE
1- OSSIGENOOZONOTERAPIA
2 - INFILTRAZIONE ECO-GUIDATA
DELL’ANCA
3 - MESOTERAPIA
O INTRADERMOTERAPIA DISTRETTUALE
4 - STUDIO E TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI
5 - ALCOLIZZAZIONE ECOGUIDATA DEL NEURINOMA DI MORTON
6 - MEDICINA RIGENERATIVA IN ORTOPEDIA
ORTOPEDIA
OSSIGENOOZONOTERAPIA “L’ERNIA SI PUÒ CURARE SENZA INTERVENTO CHIRURGICO, BENEFICI ANCHE PER L’ARTROSI”
Il mal di schiena o LOMBALGIA, risulta essere una patologia ad interesse sociale, circa l’80% delle persone accusano almeno una volta nella vita “mal di schiena”. E’ la causa più frequente di assenza dal lavoro sotto i 45 anni.
Si tratta di patologie altamente invalidanti sempre più diffuse in ogni categoria sociale ed in età sempre più precoce, che insorgono acutamente a seguito di sforzi o movimenti insoliti o lentamente, spesso con aggravamento progressivo.
Le lombalgie e le lombosciatalgie, così come le dorsalgie e le cervicalgie o “mal di collo”, posso avere cause di varia natura le più frequenti sono le discopatie, le protusioni e le ernie del disco; altre patologie possono sovrapporsi a dare sintomatologia lombalgica, sciatalgia o cervicalgia ed aggravare una patologia vertebrale di base come ad esempio l’ernia del disco. Fondamentale risulta quindi una precisa diagnosi, fatta da uno specialista, dopo un attento esame obiettivo e confortata da idonei accertamenti strumentali come una risonanza Magnetica Nucleare.
E’ da diversi anni che la pratico e devo dire che sempre molta più gente si rivolge a me per "l’ossigenoozonoterapia"
OSSIGENO-OZONOTERAPIA: COSA E’
L’OZONO (O3) deriva dall’ossigeno (O2) E’ un gas puro presente nell’atmosfera che si forma mediante il contatto con i raggi ultravioletti od in prossimità di scariche elettriche, (come i fulmini durante un temporale), che riescono a dare l’energia necessaria affinché 3 molecole di ossigeno diventino 2 molecole di ozono. L'Ossigeno Ozono Terapia è una pratica medica che utilizza i benefici effetti dell'ozono: viene usata una miscela di O2-O3, detta anche Ozono-Medicale, in cui la concentrazione di Ozono rispetto all'Ossigeno, varia a seconda della malattia da trattare. L'Ozono Terapia si pratica da oltre 100 anni, non ha controindicazioni, non determina allergie o intolleranze, non ha effetti collaterali in quanto è un gas puro. Viene impiegato in campo industriale, grazie alle sue proprietà antisettiche, nelle disinfezione delle acque e nella igienizzazione delle piscine, in quanto più efficace del cloro.
In ambito medico per numerose patologie come indicherò successivamente.
QUALI SONO LE INDICAZIONI ?
.Disturbi della circolazione arteriosa e venosa e linfatica
.Vasculopatie periferiche di origine arteriosa e venosa (postumi di flebite, insufficienza venosa periferica, .Microangiopatia diabetica, ulcere periferiche su base dismetabolica e vascolare
.Linfedema.
.Patologia autoimmuni: (artrite reumatoide, LES)
.Patologie del Sistema nervoso centrale e periferico: dai disturbi della memoria fino agli esiti di ischemia cerebrale, sclerosi a placche, cefalee di varia natura (tensiva e vascolare ), morbo di Parkinson, otosclerosi, morbo di Alzheimer.
.Immunodepressioni: epatiti virali acute e croniche, Herpes Zoster etc.
.Patologie degenerative oculistiche: (maculopatie degenerative, ed altre patologie della retina).
.Trattamento degli inestetismi cutanei: (acne, cicatrici cutanee).
.Trattamento estetico della pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (cellulite).
.Malattie dermatologiche: herpes simplex e zoster, eczemi acuti e cronici, dermatiti da contatto, acne, psoriasi, micosi.
.Patologie urogenitali: cistiti ricorrenti, vaginiti.
.Sostegno ai pazienti neoplastici (azione palliativa).
.Patologie gastrointestinali: gastriti, duodeniti, coliti (colon irritabile, morbo di Crohn, colite ulcerosa).
.Terapia antalgica o DEL DOLORE per ernie discali, lombalgie, cervicalgie, artropatie infiammatorie, calcifiche, tendenti e degenerative della spalla, del ginocchio (ARTROSI, ARTRITI, ETC.)
Ha un indicazione terapeutica elettiva nel trattamento delle PROTUSIONI DISCALI ED ERNIE DISCALI ed in relazione all’effetto antinfiammatorio, si è consolidato anche nel trattamento di PATOLOGIE INFIAMMATORIE E DEGENERATIVE ORTOPEDICHE artrosi lombare e cervicale, del ginocchio, della spalla, anca, nel tunnel carpale, nelle tendiniti, del gomito , del polso e della spalla e nella periartrite scapolo omerale).
COME AGISCE L’OZONO ?
L’ossigenoozonoterapia è una tecnica dolce che sfrutta le potenzialità dell’ozono, che, combinato con l’ossigeno, è in grado di stimolare ed aumentare i meccanismi di protezione nei confronti della produzione di radicali liberi (determinandone la riduzione) e di sostanze tossiche per le cellule. Attiva la circolazione in tutti i tessuti favorendo il rilascio dell’ossigeno agli stessi, svolgendo così diverse azioni: analgesica, antinfiammatoria, antivirale, antibatterica, antimicotica, immunomodulante, stimolando la rigenerazione dei tessuti stessi. e una azione idrofobica sul disco intervetebrakle erniato (ernia) andandolo a seccare, cioè a ridurre di volume.
COME AVVIENE IL TRATTAMENTO?
Le modalità di applicazione sono di vario tipo: dalle infiltrazioni peri ed intraarticolari, alla piccola e grande autoemotrasfusione, dalle insufflazioni endorettali, vescicali, vaginali, alle applicazioni di sacchetti fino all’utilizzazione di acqua ozonizzata, (prodotta tramite appositi gorgogliatori).
A livello di schiena , sia cervicale, che dorsale che lombare, consiste nell’iniezione nei muscoli paravertebrali ed in prossimità delle protusioni e delle ernie discali, di pochi millilitri di una determinata miscela di O2/O3 a livello della lesione, in campo sterile e attraverso aghi molto sottili.
QUALI EFFETTI COLLATERALI ?
Le applicazioni possono essere effettuate a tutte le età a patto che il paziente acconsenta a sottoporsi ad iniezioni. Le applicazioni sono assolutamente innocue e prive di effetti collaterali, non sono possibili reazioni allergiche e non presenta in linea di massima alcuna controindicazione (E’ MEDICINA NATURALE ). Le uniche controindicazioni ASSOLUTE sono il favismo, l’ipertiroidismo e la gravidanza accertata.
QUANTE SEDUTE BISOGNA FARE ?
Si eseguono 1 o 2 sedute a settimana fino a guarigione completa.
In media possono bastare 10-14 sedute per i problemi Lombari e 10-12 sedute per problemi cervicali. La terapia si adatta al pazienza senza poter stabilire prima il numero delle sedute.
QUANTO DURA UNA SEDUTA ?
Tra i 10 e 15 minuti.
DOPO QUANTO SI HA BENEFICIO ?
Non esiste una regola. La terapia produce miglioramenti graduali con effetto clinicamente rilevante e stabile in genere nell’arco di 3-5 settimane.
QUANTO DURA LO STATO DI BENESSERE ?
La guarigione è definitiva e stabile nel tempo. Solo una piccola percentuale di pazienti può presentare una recidiva. La letteratura segnala che nell’ernia discale la risoluzione del quadro sintomatico supera l’85% dei pazienti trattati.
CHI DEVE ESEGUIRE L’OZONOTERAPIA ?
In regione Lombardia con una circolare del 2003, viene autorizzata la somministrazione delle miscele di O2/O3, previo consenso informato solo dal medico abilitato all’esercizio della professione, presso idonei ambulatori di strutture pubbliche o private, aventi i requisiti richiesti.
QUANTO RIPORTATO NELLA PRESENTE SCHEDA, FORNISCE SOLO INFORMAZIONE SOMMARIE E NON HA LA PRETESA DI SOSTITUIRE IL COLLOQUIO INFORMATIVO, CHE È FONDAMENTALE TRA MEDICO E PAZIENTE
INFILTRAZIONE ECO-GUIDATA
DELL’ANCA DI ACIDO IALURONICO. NUOVE TECNOLOGIE NELLA CURA DELL’OSTEOARTOSI DELL’ANCA
Si tratta di una tecnica innovativa che permette di effettuare nell'anca le medesime terapie che si applicano nelle malattie reumatiche del ginocchio. Viene eseguita allo scopo di prevenire l’evoluzione dell’artrosi e ritardare quanto più possibile o evitare del tutto l’intervento chirurgico di protesi d’anca.Grazie all’uso della guida ecografica, è possibile iniettare il farmaco . L’anca è un’articolazione difficile da infiltrare senza il supporto dell’ecografia, per le sue caratteristiche anatomiche e per la prossimità di vasi e nervi. L'infiltrazione intra-articolare d'anca è, pertanto, un atto di assoluta competenza medica, praticato da uno specialista ortopedico o reumatologo con particolare competenza in problematiche muscolo-scheletriche, rispettando ovviamente tutte le norme igieniche.
Quali farmaci si iniettano nell’articolazione dell’anca?
Oltre ai cortisonici, dotati di sola azione antiinfiammatoria e pertanto destinati ad ottenere nella migliore delle ipotesi un successo momentaneo, il farmaco più comunemente utilizzato è l'acido jaluronico (HA), una molecola naturalmente sintetizzata dalle cellule sinoviali che, oltre ad essere responsabile delle proprietà viscoelastiche del liquido articolare, contribuisce ai meccanismi di lubrificazione durante il carico e protegge parzialmente il tessuto dalla penetrazione di cellule infiammatorie o dagli enzimi litici;
E’ documentato che il liquido sinoviale nei pazienti artrosici è poco viscoso a causa della diminuzione di acido ialuronico, pertanto la sua infiltrazione serve a migliorare le proprietà fisiologiche del fluido articolare. In pratica, l’acido ialuronico agisce come un lubrificante come avviene per i motori delle autovetture.
Quali i candidati ideali per questa procedura?
Fondamentalmente questa terapia è indicata per i pazienti con artrosi dell'anca nelle sue fasi iniziale e intermedia. Più la malattia è avanzata e lo spazio articolare ristretto e meno si ha giovamento dalla terapia intra-articolare; in questi casi l'intervento di protesi è inderogabile. La letteratura mondiale è concorde nel riconoscere i benefici di questo farmaco nei pazienti con artrosi lieve e moderata e la pressoché totale assenza di effetti avversi.
Ed i tempi medi della procedura? Come viene effettuata?
Dal momento in cui il paziente si accomoda sul lettino ecografico al tremine della procedutra solitamente si impiegano al massimo dieci-quidici minuti.
Basta una sola iniezione o bisogna ripetere ad un certo intervallo di tempo la procedura?
Al fine di mantenere un buon livello di miglioramento dei sintomi nel tempo, normalmente si eseguono da una a tre iniezioni intra-articolari ogni sei mesi; abbiamo osservato anche casi di miglioramento protratto fino a due anni. Purtroppo esiste anche un 10% di pazienti che risponde poco e male alla terapia e si sta studiando il motivo di queste, fortunatamente, rare evenienze.
La procedura è dolorosa?
Molto poco, tanto che, nella mia esperienza, la maggiore parte dei pazienti riferisce, con sorpresa, di non avere avvertito nulla durante la procedura e si meraviglia che sia già tutto finito.
La procedura, infatti, non richiede neanche l'uso dell'anestetico locale. Non abbiamo mai avuto effetti collaterali significativi. La guida ecografica comprende anche il doppler, che visualizza i vasi sanguigni i quali possono così essere evitati durante l'iniezione.
Inoltre, nella mia esperienza, usando adeguate misure di asepsi, non abbiamo mai riscontrato complicanze infettive, né è mai avvenuto un caso di ematoma post-procedurale, sebbene sia stato riportato qualche caso sporadico in letteratura, senza comunque alcuna conseguenza a lungo termine.
Inoltre, sempre in letteratura, il 10% dei pazienti trattati ha descritto un senso di pesantezza a carico dell'anca iniettata, di solito della durata di pochi giorni; tale sensazione è del tutto normale perché dipende dal tempo che l'acido (che è denso e viscoso) impiega a distribuirsi nell'articolazione dopo l'iniezione. In ogni caso, questa “complicanza” non è stata osservata in nessun caso nella mia esperienza personale.
In pratica quindi non esistono reali controindicazioni al trattamento tranne la presenza di infezioni (Herpes, dermatiti, pustole) nel sito di iniezione oppure l'assunzione di anticoagulanti orali da parte del paziente (per anticoagulanti non intendiamo la aspirina a basse dosi, che non crea alcun problema ma farmaci dicumarolici, usati in pazienti con protesi cardiache, fibrillazioni, trombosi, embolie, etc).
In conclusione?
In definitiva, l’introduzione per via eco-guidata di farmaci in sede intra-articolare d’anca e perché no di ginocchio o di spalla è una tecnica sicura, Bene tollerata da pazienti con osteoartrosi , suggeriscono inoltre una efficacia antalgica e una riduzione del consumo degli aniinfiammatori significativa. Facile se l’operatore ecografista è esperto di patologia muscolo-scheletrica, ed economica anche in caso si decida poi di effettuare comunque l'intervento di protesi, tale terapia non ne pregiudica in alcun modo la fattibilità.
MESOTERAPIA
O INTRADERMOTERAPIA DISTRETTUALE
La mesoterapia consiste nell’iniezione intradermica distrettuale di farmaci della Farmacopea Ufficiale (F.U.), gli stessi farmaci che, per le stesse indicazioni cliniche, sarebbero stati usati per via sistemica., antinfiammatori, miorilassanti, anestetici, antibiotici, etc.), oppure di omeopatici, tipo arnica ecc.
E’ un atto di esclusiva competenza del medico, poiché richiede una diagnosi, una valutazione clinica, circa l’opportunità del trattamento rispetto ad altre opzioni terapeutiche, una scelta farmacologia , un controllo dei risultati e perciò il consenso informato da parte del paziente.
Con tale metodica, attraverso piccole dosi di medicamento si realizzano importanti risultati terapeutici con riduzione del rischio di effetti iatrogeni.
Con aghi molto sottili si iniettano piccole quantità di farmaco nel derma corrispondente alla proiezione cutanea dell'organo o in meridiani di agopuntura, che è sede di un processo patologico.
Poiché l'assorbimento del farmaco a livello dermico è piuttosto lento, in questa sede si formerà un piccolo deposito che andrà esaurendosi in tempi che superano le 12 ore.
La via di somministrazione intradermica, rispetto la somministrazione sistemica, , offre il vantaggio di evitare il filtroepatico che causerebbe sia una parziale inattivazione del farmaco che eventuali suoi effetti collaterali.
La mesoterapia distrettuale, offre inoltre maggiore permanenza in sede del prodotto iniettato.
La mesoterapia non sostituisce, ovviamente, la via di somministrazione sistemica
QUALI SONO LE INDICAZIONI DELLA MESOTERAPIA
Questo è un elenco parziale delle indicazioni terapeutiche per le quali la mesoterapia antalgica ha dimostrato una forte efficacia.
LOMBOSCIATALGIE
CERVICALGIE
TENDINITI DELLA SPALLA E DEL GOMITO
ARTROSI DEL GINOCCHIO E DEL RACHIDE LOMBARE
NEVRALGIE
VASCULOPATIE PERIFERICHE, SOPRATTUTTO DI NATURA VENOSA E LINFATICA
TRAUMI
La possibilità di portare sostanze medicamentose "solo là dove serve" limitando a quasi nulla l'assorbimento sistemico ha aperto le porte anche alla cura non soltanto del dolore ma anche di alcuni disturbi ed inestesismi in maniera molto efficace.
Invecchiamento cutaneo
Terapia della cellulite
Adiposità localizzate
Alcune affezioni dermatologiche
VANTAGGI
La mesoterapia è, un modo diverso di introduzione di un farmaco nell'organismo che presenta numerosi vantaggi, in alcune situazioni, rispetto alla somministrazione del farmaco per via intramuscolare o per via sottocutanea anche se non esclude, ove sia necessario, l'associazione con un trattamento farmacologico per via generale.
L'azione principale della mesoterapia è quella farmacologica con modificazioni tissutali indotte dai principi attivi iniettati ma è stata studiata anche una stimolazione immunitaria localizzata e generalizzata per una reazione degli elementi dermici del sistema immunitario.
Numerosi studi hanno dimostrato come un farmaco iniettato nel derma persista a lungo nel punto di inoculazione, diffondendo lentamente hai tessuti limitrofi e che la risposta immunitaria ad antigeni inoculati sia più intensa rispetto all'inoculazione per via intramuscolare.
QUANTE SEDUTE BISOGNA FARE ?
Si eseguono 1 o 2 sedute a settimana fino a guarigione completa.
In media possono bastare 4 -5 sedute, in alcuni casi si possono arrivare a 10 sedute.
QUANTO DURA UNA SEDUTA ?
Tra i 10 e 15 minuti.
DOPO QUANTO SI HA BENEFICIO ?
Non esiste una regola. La terapia produce miglioramenti graduali con effetto clinicamente rilevante e stabile in genere nell’arco di 3 settimane.
QUANTO DURA LO STATO DI BENESSERE?
La guarigione è definitiva e stabile nel tempo. Solo una piccola percentuale di pazienti può presentare una recidiva. La letteratura segnala che la risoluzione del quadro sintomatico supera l’85% dei pazienti trattati.
CHI DEVE ESEGUIRE LA MESOTERAPIA ?
La Mesoterapia deve esser eseguita esclusivamente dal medico abilitato all’esercizio della professione, presso idonei ambulatori di strutture pubbliche o private, aventi i requisiti richiesti.
QUANTO RIPORTATO NELLA PRESENTE SCHEDA, FORNISCE SOLO INFORMAZIONE SOMMARIE E NON HA LA PRETESA DI SOSTITUIRE IL COLLOQUIO INFORMATIVO, CHE È FONDAMENTALE TRA MEDICO E PAZIENTE
L’OSTEOPOROSI
STUDIO E TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI
I
L'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea ed alterazioni qualitative che si accompagnano ad un aumentato rischio di frattura.
L'indagine densitometrica ed ultrasonografica oggi, consente di misurare in modo abbastanza accurato e preciso la massa ossea ed in particolare la sua densità minerale ( BMD ).
L'osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l'età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l'ottava decade d'età. Si stima che ci siano in Italia d oggi circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. Nei prossimi anni ci dovremo attendere un proporzionale incremento dell'incidenza di tale patologia.
Il “life time risk” di andare in contro ad una tipica frattura osteoporotica a carico del polso, dei corpi vertebrali e del femore prossimale è del l5% circa per ogni sito specifico e del 40% per tutti i siti.
I fattori di rischio di fratture osteoporotiche si distinguono in non modificabili, come , il sesso femminile, la menopausa precoce, l'età, bassa densità minerale ossea, basso peso corporeo, basso Etnia europea ed Asiatica, Amenorrea primaria o secondaria, Ipogonadismo maschile primitivo o secondario, trattamento cortisonico, familiarità per frattura di femore e fattori modificabili come scarsa attività fisica, abuso di alcolici e fumo di sigaretta carenza alimentare, in particolar scarso rapporto di calcio, carenza di vitamina D,
LA DIAGNOSI
Una idonea valutazione ematochimica è raccomandata soprattutto nei pazienti con forme di osteoporosi o anche osteopenia più pronunciate al quadro atteso per età. Ciò ci permette di consentire una diagnosi differenziale con alter malattie che possono determinare un quadro clinico o densitometrico simile a quello dell'osteoporosi. Può individuare possibili fattori causali, consentendo una diagnosi di osteoporosi secondaria e quindi dove possibile, un trattamento farmacologico.
La diagnostica strumentale prevede l'utilizzo della MOC o mineralometria ossea computerizzata e l'ultrasuonografia, che secondo tutte le linee guide internazionali è raccomandata in tutte le donne oltre i 65 anni di età ed in maschi in presenza di alcuni fattori di rischio.
Le variazioni densitometriche su radio, calcagno, colonna e collo di femore e falangi, sono in grado di predire il rischio di frattura e di monitorare l'efficacia della terapia.
IL TRATTAMENTO
la prevenzione dell'osteoporosi consiste nelle misure tese ad impedire o rallentare la comparsa della stessa; il trattamento invece prevede dei provvedimenti rivolti a soggetti già osteoporotici con o senza fratture pre esistensti ad levato rischio di prima od ulteriore frattura.
Ruolo importante l'alimentazione con un adeguato apporto di calcio che varia secondo le diverse fasce di età. L'adeguato apporto di vitamina D. In donne in menopausa, l'attività fisica con carico è in grado di prevenire l'1% della perdita minerale ossea annuale. Interventi sul rischio di caduta ovvero disturbi dell'equilibrio, patologie neuromuscolari, deficit visivi, patologie cardiovascolari, trattamenti farmacologici agenti sulla psiche, deficit cognitivi, sono spesso modificabili in un contesto di interventi multidisciplinari per diminuire il rischio di frattura, così come interventi di eliminazione di fattori di rischio modificabili come il fumo di sigaretta, , igiene di vita ecc.
Il trattamento farmacologico deve essere finalizzato alla riduzione del rischio di frattura, in pazienti con rischio elevato tale da giustificare costi e svantaggi della terapia. In commercio ci sono numerose molecole come i bifosfonati, il paratormone, terapia ormonale sostitutiva, modulatori selettivi al recettore estrogenico come il raloxifene.
Il ruolo fondamentale spetta comunque alla prevenzione
QUANTO RIPORTATO NELLA PRESENTE SCHEDA, FORNISCE SOLO INFORMAZIONE SOMMARIE E NON HA LA PRETESA DI SOSTITUIRE IL COLLOQUIO INFORMATIVO, CHE È FONDAMENTALE TRA MEDICO E PAZIENTE
ALCOLIZZAZIONE ECOGUIDATA DEL NEURINOMA DI MORTON. NUOVE STRATEGIE DI CURA, VALIDA ALTERNATIVA AI TRATTAMENTI CONSERVATIVI E CHIRURGICI
Il neuroma intermetatarsale è una neuropatia degenerativa del piede indotta meccanicamente che interessa più comunemente il nervo interdigitale in corrispondenza del III spazio intermetatarsale, ed è più frequente nelle donne. Le cause di neuroma intermetatarsale sono poco chiare; la patogenesi ha inizio con una neuropatia degenerativa indotta da cause meccaniche, ovvero una neuropatia da intrappolamento del nervo intermetatarsale al suo passaggio al di sotto del legamento intermetatarsale trasverso.
Il paziente si rivolge al medico a causa dell’intenso dolore associato a parestesie (formicolii) alle dita del piede, irradiato a volte prossimalmente alla gamba e al ginocchio. Altri sintomi sono una sensazione di bruciore o di corpo estraneo, scosse e crampi. La sintomatologia è esacerbata durante la marcia e alleviata unicamente fermandosi e togliendo la scarpa
La diagnosi di neuroma intermetatarsale di competenza prettamente Ortopedica, si basa comunemente su dati anamnestici, ovvero sui sintomi sopradescritti, su precise manovre cliniche e sulle varie tecniche di imaging (ecografia, Risonanza magnetica nucleare). Tutto ciò è importante per stabilire una diagnosi differenziale con tutte quelle patologie che causano dolore all’avampiede, quali borsiti, capsuliti plantari, sinoviti, noduli reumatici, malattia di Freiberg, fratture da stress e tumori dei tessuti molli, ed è di fondamentale importanza per stabilirne la corretta pianificazione terapeutica
Sono state proposte varie tecniche di trattamento dei neuromi interdigitali: fisioterapiche conservative associate a sistemi ortopedici correttivi; infiltrazione locale di anestetici e corticosteroidi chirurgiche quali la neurectomia del nervo interdigitale interessato o la sua decompressione (neurolisi) con resezione del legamento trasverso per le quali è riportato un indice di fallimento che varia dal 7 al 24%
Scopo di questa nuova metodica è stato studiare gli effetti di una soluzione di alcol, somministrata all’interno del neuroma, sotto guida ecografica (US), monitorando e controllando in tempo reale l’esatta posizione dell’ago all’interno della neoformazione e il punto dell’iniezione.
L’alcol produce un danno delle cellule nervose con disidratazione, necrosi e precipitazione di protoplasmi; tale soluzione ha una forte affinità per il tessuto nervoso con conseguente neurite e degenerazione delle fibre del nervo.
La remissione della sintomatologia si ottiene nel 91% dei casi.
QUALE SOSTANZA SI INIETTA
Una soluzione alcolica al 95% diluita con lidocaina al 2% in proporzioni adeguate
COME AVVIENE LA PROCEDURA
Previa anestesia sottocutanea dell’area interessata si iniettano sotto guida ecografica nell’interno del neuroma da 0,5 a 1 cc di una soluzione composta per il 70% di anestetico e per il 30% di alcol al 95%. Al termine della procedura si esegue un esame ecografico di controllo della regione metatarso-falangea per valutare come l’alcol diffonde all’interno della lesione e se si verifica o meno un aumento volumetrico della stessa, inoltre per escludere eventuali complicanze.
QUALI SONO LE COMPLICANZE
Questa tecnica è praticamente scevra da complicanze. Sa soluzione iniettata non crea alcun danno ai tessuti peri articolari. In alcuni casi si può avere una accentuazione della sintomatologia tipica, dovuta ad un sovradosaggio della soluzione iniettata, che normalmente regredisce dopo pochi giorni.
IN CONSLUSIONE
I risultati fino ad ora ottenuti, indicano che il trattamento sclerosante con somministrazione intralesionale di alcol sotto guida US nei neuromi intermetatarsali è una valida alternativa ai trattamenti conservativi e all’intervento chirurgico, che qualora fosse necessario, non avrebbe maggiori rischi di insuccesso dal momento che l’alcol non crea danni ai tessuti molli periarticolari.
MEDICINA RIGENERATIVA IN ORTOPEDIA
La medicina rigenerativa in Ortopedia
La medicina rigenerativa è un insieme di tecniche innovative che permettono la rigenerazione di tessuti e organi attraverso l'utilizzo di cellule capaci di differenziarsi e specializzarsi attivamente, più comunemente conosciute come cellule staminali.
In particolare, la medicina rigenerativa in ortopedia ha lo scopo di accelerare i naturali processi di guarigione del tessuto muscolo-scheletrico proprio grazie al potenziale rigenerativo di diversi preparati. Questi derivano dalla concentrazione di cellule staminali prelavate dal paziente stesso (Lipogems, Lipocell, BioCue), dal concentrato piastrinico (Fattori di Crescita o PRP), dal concentrato di monociti.
Molto utilizzato in medicina rigenerativa in ortopedia anche il trattamento con acido ialuronico. L'obiettivo è dunque quello di riparare i tessuti danneggiati attraverso la rigenerazione delle cellule del tessuto stesso, e non attraverso la sua sostituzione con un surrogato artificiale, come avviene nella chirurgia tradizionale.
Le tecniche di medicina rigenerativa in ortopedia sono essenzialmente quattro:
Le iniezioni endoarticolari con acido ialuronico;
L'iniezione di cellule adipose mesenchimali (Lipogems, Lipocell);
Le iniezioni o le infiltrazioni con pappa piastrinica o gel piastrinico (PRP);
Le iniezioni o le infiltrazioni con monociti (Nstride-APS);
Il concentrato di midollo osseo (BioCue).
La medicina rigenerativa e
le infiltrazioni di acido ialuronico
L'acido ialuronico è fisiologicamente presente nel nostro corpo, con la funzione di idratare e proteggere i tessuti. Rappresenta uno dei fondamentali componenti del tessuto connettivo, della matrice cartilaginea e del liquido sinoviale. Il liquido sinoviale è una sostanza fluida e viscosa, che protegge le superfici articolari dall'usura, grazie alle sue spiccate capacità idratanti e visco-elastiche.
Ecco perché le infiltrazioni di acido ialuronico rivestono un ruolo così importante nel controllo dello sviluppo dell'osteoartrosi, soprattutto quando il trattamento avviene nelle fasi iniziali della patologia. Le iniezioni di acido ialuronico sono utilizzate fin dagli anni '80. Oggi, con le moderne tecniche di sintesi in laboratorio, è possibile produrre acido ialuronico di varie tipologie, con caratteristiche specifiche che variano in funzione ai diversi campi di utilizzo in cui verrà applicato. Per quanto riguarda l'ortopedia rigenerativa, è stato visto che non tutti i tipi di acido ialuronico sono ugualmente efficaci, ma solo quelli con il peso molecolare corretto, che deve presentare affinità con i recettori dell'acido ialuronico che si trovano sul condrocita (ovvero le cellule deputate alla formazione del tessuto cartilagineo). Ideali per le infiltrazioni di acido ialuronico sono quelli con peso molecolare fra 0,5 x 106 e 4 x 106 Dalton.
Iniezioni di acido ialuronico in ortopedia rigenerativa: come avviene l'intervento
Le infiltrazioni di acido ialuronico sono un trattamento molto semplice, indolore e ben tollerato. L'acido ialuronico utilizzato, come abbiamo scritto più sopra, è prodotto in laboratorio, quindi sicuro e con le proprietà specifiche per il tipo di applicazione. L'iniezione di acido ialuronico viene svolta in ambulatorio: prevede solo una perfetta disinfezione dell'area da trattare, per non rischiare la trasmissione di infezioni dalla cute contaminata. L'intero trattamento avviene in cicli che variano da 3 a 5 iniezioni endoarticolari di acido ialuronico, sulla base del peso molecolare che si è scelto di utilizzare. Viste queste premesse, è facile capire perché sia fondamentale rivolgersi ad un medico specialista ortopedico di grande esperienza nel settore della medicina rigenerativa. I risultati saranno apprezzabili nel giro di poche settimane e si protraranno dai 6 fino ai 12 mesi e oltre. È possibile ripetere il trattamento fino a due volte l'anno, in base alla durata dei benefici che il paziente avvertirà.
Acido ialuronico: tutti i benefici
Chi pratica sport intensi conosce sicuramente i risultati che si possono ottenere con le iniezioni di acido ialuronico. Nel trattamento delle lesioni articolari degli sportivi, permette una ripresa molto più rapida, una maggior risposta alle terapie riabilitative e una riduzione del dolore. Può essere utilizzato per il trattamento delle lesioni a articolari del ginocchio (vi è una formulazione di acido ialuronico che trova indicazione specifica nel trattamento della rottura del menisco), della caviglia, della spalla, dell'anca, del gomito e della mano. I risultati migliori sono stati registrati quando le infiltrazioni di acido ialuronico sono utilizzate per il trattamento di osteoartrosi e artrosi in fase iniziale, di entità media o moderata, così come nelle fasi di acuzie della patologia.I benefici sono dati dal fatto che si tratta di un trattamento molto mirato, che va a raggiungere in maniera precisa il punto lesionato. Le infiltrazioni, infatti, permettono di iniettare l'acido ialuronico nella quantità esatta e con la concentrazione desiderata, in modo da esaltarne al massimo i risultati, riducendo il rischio di effetti collaterali. Sia nel caso di trattamento per il controllo dell'artrosi, che nel caso di terapie per lesioni di tipo traumatico (come nel caso delle iniezioni di acido ialuronico per gli sportivi), il principale effetto dell'acido ialuronico consiste in un aumento della viscoelasticità del liquido sinoviale, con una maggior lubrificazione delle superfici articolari ed una loro più efficace funzione articolare. Di conseguenza, i benefici avvertiti dal paziente sono:
riduzione del dolore;
miglioramento della capacità di movimento dell'articolazione;
effetto antinfiammatorio;
riduzione del versamento intra-articolare, con protezione della superficie cartilaginea;
rigenerazione cartilaginea e incremento dei condrociti, con aumento della sintesi di acido ialuronico endogeno e dei proteoglicani.
In seguito al ciclo di infiltrazioni con acido ialuronico, gli effetti benefici saranno avvertiti per un periodo variabile dai 6 mesi ad un anno e oltre, ma la terapia può comunque essere ripetuta una volta che se ne presenti nuovamente il bisogno.
Ortopedia rigenerativa e acido ialuronico per artrosi, ginocchio e anca
Se le terapie con acido ialuronico sono già da molti anni utilizzate per il trattamento dei traumi sportivi con risultati eccellenti, si registrano ottime percentuali di successo anche per il loro utilizzo nel caso delle patologie artrosiche degenerative. In caso di artrosi, il liquido sinoviale diminuisce, la matrice va incontro ad alterazione e si ha una diminuzione della sintesi condrocitaria. Il progressivo deterioramento delle cartilagini provoca attrito durante i movimenti, dolore, infiammazione, cioè tutti i debilitanti sintomi che ben conosce chi soffre di artrosi.Il ginocchio è una delle parti che più frequentemente va incontro a dolori articolari. L'artrosi di ginocchio, la gonartrosi, limita le possibilità motorie e porta a dolore anche intenso. Spesso, l'intervento di impianto di una protesi è l'unico rimedio per trovare sollievo. Le infiltrazioni con acido ialuronico, ovviamente, non possono guarire la malattia che è, come detto, degenerativa. Possono però, rallentarne gli effetti, permettendo di posticipare l'intervento chirurgico.
Soprattutto nelle fasi iniziali dell'artrosi di ginocchio, le infiltrazioni di acido ialuronico sono in grado di rallentare l'evolversi della malattia.
La loro caratteristica di poter essere ripetute in più cicli, permette di tenere sotto controllo la patologia, rappresentando un sollievo intenso anche per quelle persone che non possano sottoporsi all'intervento di protesi, o per l'età o per condizioni fisiche particolarmente debilitate. Le infiltrazioni di acido ialuronico danno sollievo all'artrosi localizzata in diverse parti del corpo. Oltre al ginocchio, possono essere trattate con acido ialuronico le artrosi dell'anca, della spalla, del gomito e altri tipi di artrosi.
Acido ialuronico: tempi di recupero dopo le infiltrazioni
L'assoluta semplicità dell'intervento rende le infiltrazioni di acido ialuronico sicure e ben tollerate. Dopo l'iniezione, il paziente può riprendere da subito le normali attività e la terapia riabilitativa prevista dal medico ortopedico.
In caso di atleti o di persone che svolgono attività fisica pesante, lo specialista ortopedico potrà indicare un periodo di riposo più o meno lungo. Questo varia anche in funzione del tipo di patologia trattata.
Infiltrazioni di acido ialuronico: controindicazioni ed effetti collaterali
L'acido ialuronico è ben tollerato e non presenta particolari controindicazioni. Le uniche reazioni che si possono avere, sono un leggero gonfiore nella zona di intervento, una leggera infiammazione e indolenzimento. Questi disturbi svaniranno progressivamente nel giro di alcuni giorni, man mano che si inizieranno ad avvertire anche i benefici della terapia. Il paziente deve però riporre attenzione che l'intero procedimento avvenga nel rispetto dell'igiene e in ambiente asettico, per evitare infezioni. Per questo è importante affidarsi a un ortopedico professionista.
Il costo delle infiltrazioni di acido ialuronico
Dal momento che ogni lesione è diversa dall'altra, il costo delle infiltrazioni di acido ialuronico dovrà essere concordato con il medico ortopedico. In questo modo si potrà organizzare un percorso individuale in grado di portare i risultati migliori e più duraturi.
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La medicina rigenerativa in ortopedia con PRP
Le piastrine sono dei corpuscoli che fanno parte del sangue, deputati a fermare il sanguinamento e favorire la coagulazione in caso di ferita. La concentrazione normale di piastrine varia da 150.000 a 400.000 per millilitro cubo di sangue. Il PRP contiene una percentuale di piastrine del 95%: essendo così concentrato, è un preparato estremamente ricco di Fattori di Crescita piastrinici. Per questo, è capace di indurre la rigenerazione tissutale in maniera molto superiore a quanto avviene fisiologicamente. Quello che è importante al fine del trattamento con PRP sono i Fattori di crescita contenuti nelle piastrine. I Fattori di Crescita sono particolari proteine che hanno la capacità di favorire la generazione e la proliferazione cellulare.
I Fattori di Crescita contenuti nel gel piastrinico PRP
Nel gel piastrinico PRP si trovano diverse tipologie di Fattori di Crescita:
PDGF (Fattore di Crescita Derivato dalle Piastrine): stimola l'angiogenesi (ovvero lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni). Il PDGF si suddivide a sua volta in molte isoforme. Questi Fattori di Crescita hanno anche una spiccata capacità proliferativa: riescono, cioè, a indurre la proliferazione di determinate cellule in un dato tessuto, richiamando al tempo stesso altre cellule a migrare verso quel tessuto.
EGF (Fattore di Crescita dell'Epidermide): promuove la mitosi, cioè la differenziazione cellulare, e stimola la collagenasi (sintesi di collagene);
FGF (Fattore di Crescita dei Fibroblasti): induce la proliferazione delle cellule endoteliali e dei fibroblasti e stimola l’angiogenesi;
VEGF (Fattore di Crescita dell'Endotelio Vascolare): è implicato nei processi infiammatori enell'angiogenesi. Anche in questo caso ne esistono diverse tipologie, tra cui VEGF di tipo A, B, C, D ed E.
Le caratteristiche che accomunano i Fattori di Crescita contenuti nel PRP sono quindi la capacità di stimolare la proliferazione cellulare ed inibire il rilascio di una particolare proteina, l'Interleuchina 1 (IL-1) da parte dalle cellule del sistema immunitario (macrofagi, monociti etc.), responsabile del processo infiammatorio locale.
Infiltrazioni di PRP. Come avviene il trattamento
L'infiltrazione di PRP è un procedimento molto semplice, che viene effettuato in sede ambulatoriale, senza bisogno di anestesia. Prima di concordare con lo specialista la data dell'intervento, comunque, sarà prevista una visita specialistica ortopedica, per eseguire una corretta valutazione e diagnosi della patologia e permettere al medico di concordare con il paziente la corretta metodologia da seguire.
La procedura per l'infiltrazione di PRP dura circa 25/ 30 minuti. Si svolge prelevando una piccola quantità di sangue dalla vena del braccio del paziente. Il sangue viene quindi sottoposto a un trattamento in centrifuga specifico per separare le piastrine dalle altre componenti del sangue. Il composto così ottenuto, il gel piastrinico PRP, o pappa piastrinica, viene iniettato nella zona interessata. Per un trattamento completo si prevedono almeno 2 iniezioni a distanza non meno di 15 giorni l’una dall'altra.
L’infiltrazione di PRP viene effettuata sotto guida ecografica se la procedura è svolta in ambulatorio. Quando invece è associata ad un intervento chirurgico in sala operatoria, avviene sotto guida artroscopica, radiografica o ecografica.
La pappa piastrinica iniettata si attiva fin da subito, andando a richiamare nella zona danneggiata cellule a bassa differenziazione, che stimolano la rigenerazione cellulare, oltre a cellule immunitarie.
Infiltrazioni di PRP: benefici e risultati
Il gel piastrinico PRP è utilizzato in vari settori sanitari. Nella medicina rigenerativa in ortopedia i risultati sono eccellenti e già da diversi anni le infiltrazioni di PRP sono utilizzate con successo per trattare:
Lesioni articolari: sia traumatiche che nel caso di artrosi, come nella rizoartrosi (artrosi del pollice), gonartrosi (artrosi del ginocchio), artrosi della caviglia, coxartrosi ( artrosi dell’anca )
Rotture o lesioni tendinee: ad esempio nel caso delle tendinopatie inserzionali, quali epicondilite o gomito del tennista) e epitrocleite (gomito del golfista), e per la sindrome retto-adduttoria, conosciuta come pubalgia. Trova impiego anche per la tendinite d'Achille e per la lesione della cuffia dei rotatori della spalla. Queste sono le patologie più limitanti e da cui è afflitto il maggior numero di persone.
Lesioni muscolari: ad esempio quelle del polpaccio (gemello mediale o laterale)
Gli effetti del trattamento con PRP si possono apprezzare dopo circa 1 mese dall'intervento e si protraggono anche per più di un anno.
Oltre all'applicazione sopra descritta, le infiltrazioni di gel piastrinico PRP possono essere utilizzate in sinergia con la chirurgia ortopedica per favorire la naturale guarigione in seguito ad interventi chirurgici e ricostruttivi, sia ossei (osteosintesi) che tendinei.
L'utilizzo di pappa piastrinica, in questi casi, stimola la rigenerazione dei tessuti e tiene sotto controllo il processo infiammatorio, consentendo una ripresa più rapida, agevolando lo svolgimento della fisioterapia e riducendo la sensazione di dolore.
PRP in ortopedia rigenerativa per l'artrosi di ginocchio e anca
L'artrosi è una malattia degenerativa che prevede una progressiva usura articolare. È una malattia molto frequente, e per questo oggetto di particolare interesse nel mondo sanitario. Colpisce, infatti, un'alta percentuale di persone, soprattutto al di sopra dei 55 anni di età, e rappresenta da sola più del 70% delle malattie reumatiche totali.
L'ortopedia ha fatto grandi passi in avanti nel trattamento dell'artrosi, e un grande aiuto può essere fornito dalla medicina rigenerativa. L'utilizzo, in particolare, delle infiltrazioni di PRP hanno la facoltà di donare sollievo dal dolore e stimolare la rigenerazione del tessuto cartilagineo. Soprattutto nelle fasi iniziali della patologia, ottimi risultati sono dati dalle infiltrazioni di gel piastrinico per l'artrosi del ginocchio (gonartrosi) e per l'artrosi dell'anca(coxartrosi). Il trattamento con PRP aiuta a ridurre il dolore migliorando la mobilità dell'articolazione.
Può, quindi, rappresentare un valido aiuto per posticipare l'intervento di protesi dell'anca o del ginocchio, o essere un'alternativa a questo nei casi di pazienti molto anziani o in condizioni fisiche che non permetterebbero di tollerare l'operazione.
PRP: tempi di recupero dopo il trattamento.
I tempi di recupero dopo il trattamento con PRP sono ottimi. Una volta effettuata l'infiltrazione di gel piastrinico, il paziente può riprendere da subito le sue normali attività quotidiane, senza particolari limitazioni. Appena terminato l'intervento, sarà possibile camminare in autonomia, senza l'ausilio di stampelle, e fare ritorno autonomamente alla propria abitazione. Solo nel caso di sportivi e di chi compie attività fisiche intense, il medico ortopedico indicherà adeguati tempi di riposo da rispettare, in modo da permettere la corretta azione del trattamento. In particolare, saranno necessari fino a due mesi di attenzione prima di riprendere a fare sforzi intensi e fino a tre mesi per riprendere l'attività fisica agonistica.
Ovviamente, ogni caso deve essere valutato singolarmente in accordo con il proprio medico specialista ortopedico.
Medicina rigenerativa con PRP: costi, controindicazioni ed effetti collaterali delle infiltrazioni
I costi per un trattamento con PRP variano in base alla tipologia di disturbo e alla zona da trattare. Le infiltrazioni con PRP sono sicure e non presentano particolari controindicazioni o effetti collaterali. Essendo un prodotto originato dal sangue del paziente, non presenta rischi di trasmissione di infezioni o di malattie.
Gli unici effetti collaterali possono essere un leggero gonfiore e dolore nella zona trattata, che scompariranno spontaneamente dopo qualche ora l’iniezione. Ecco perché il trattamento con PRP è consigliato anche per le persone più debilitate o molto in là con gli anni.
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La medicina rigenerativa con cellule staminaLI mesenchimali LIPOGEMS
Le cellule staminali mesenchimali (Lipogems) sono una particolare tipologia di cellule staminali. La loro paNrticolarità è quella di trovarsi (e quindi di poter essere estratte) nel tessuto adiposo del paziente stesso. L'estrazione di cellule mesenchimali con tecnica Lipogems è, quindi, un procedimento molto semplice, che si svolge attraverso una normale liposuzione della durata di pochi minuti, effettuata in anestesia locale. Le cellule mesenchimali adipose sono cellule staminali dell'adulto che possono essere attivate e possono differenziarsi per rigenerare il tessuto in cui vengono iniettate. Proprio per questa loro caratteristica, le cellule staminali prelevate dal soggetto adulto si definiscono multipotenti: hanno, cioè, la capacità di differenziarsi per dare origine alle cellule di un particolare tessuto.
Nell'ambito dell'ortopedia rigenerativa, il potenziale delle iniezioni di cellule adipose con la metodica Lipogems o Lipocell apre la porta a una grande varietà di interventi, sia per favorire la guarigione in seguito ad un evento traumatico, che per ridurre il dolore e rallentare la progressione delle patologie degenerative, come l'artrosi. Presentano, inoltre, una capacità antinfiammatoria, aspetto molto utile in alcune fasi della malattia da trattare.
Lipogems vs prp: le differenze principali
Sono entrambe due tecniche ampiamente utilizzate nell'ambito dell'ortopedia rigenerativa. Le principali differenze risiedono nella tipologia di estrazione e dal composto che se ne ricava. L'iniezione di cellule adipose mesenchimali, sicuramente più efficace per quanto riguarda la capacità rigenerativa, sfrutta una particolare tipologia di cellule staminali dell'adulto estratte dal tessuto adiposo. Queste cellule, definite Lipogems, si vanno a differenziare per riparare i tessuti cartilaginei, tendinei o muscolari danneggiati. Il trattamento con PRP, ovvero il gel piastrinico (o pappa piastrinica) sfrutta particolari elementi, definiti Fattori di Crescita, che si trovano all'interno delle piastrine. In questo caso, viene estratta una piccola quantità del sangue del paziente, e centrifugata in modo da separare il gel piastrinico concentrato dagli altri componenti del sangue. Le infiltrazioni con pappa piastrinica hanno soprattutto un ottimo potere antinfiammatorio e stimolano la guarigione dei tessuti.Entrambe le tecniche, quindi, hanno i loro benefici e i loro punti di forza. Una visita ortopedica specialistica con il dottor Vinicio Perrone permetterà al dottore di fare una diagnosi esatta del disturbo da trattare, per poter indirizzare il paziente verso la giusta terapia e accompagnarlo nel processo di guarigione e recupero.
Lipogems: le cellule staminali del tessuto adiposo. Come avviene l'intervento
L'iniezione di cellule staminali Lipogems funziona sia in caso di disturbi derivanti da eventi traumatici che per il controllo delle patologie artrosiche degenerative.
L'intervento è molto semplice e scarsamente invasivo. Si svolge in sala operatoria, in un'unica seduta, sviluppandosi in tre fasi. La durata totale è di circa 25/30 minuti.
Ovviamente, prima di concordare con il medico specialista ortopedico l'intervento, il paziente sarà sottoposto a una visita ortopedica approfondita, dove sarà raccolta la sua anamnesi, informazioni su eventuali altre patologie presenti, sull'assunzione di farmaci, e sulle abitudini e stile di vita, in modo da garantirgli il percorso di cura più appropriato per il suo specifico caso. Le cellule staminali mesenchimali possono essere estratte da varie zone, ma quella che i ricercatori hanno individuato come sede ideale è rappresentata dal tessuto adiposo presente nella zona addominale o sulle cosce. Innanzitutto viene praticata una leggera anestesia locale.
Poi, con un piccolo ago su una siringa, viene estratto il grasso. Il tessuto adiposo estratto viene trattato meccanicamente per separare le cellule mesenchimali dagli altri componenti del tessuto adiposo, che non servono ai fini del trattamento. Questo procedimento serve anche ad attivare la conversione da pericita (cioè la cellula mesenchimale indifferenziata) a cellula mesenchimale attiva, pronta per la rigenerazione del tessuto sofferente. La differenza fra Lipogems e Lipocell risiede nella procedura meccanica specifica utilizzata ad attivare il pericita.
L'ultima fase è rappresentata dall'infiltrazione del preparato di cellule mesenchimali a livello del tessuto o dell'articolazione danneggiata (ad esempio all'interno dell'articolazione dell'anca, del ginocchio o in un tendine).
Iniezioni di Lipogems: tutti i benefici
Il primo grande beneficio del trattamento con Lipogems è dato dal fatto che l'efficacia delle cellule mesenchimali è "no age-related" ovvero non legata all'età del paziente. Questo consente di avere ottimi risultati anche in persone anziane, in quelle che per la loro età o condizione fisica sono sconsigliate a sottoporsi ad un intervento protesico.
Le infiltrazioni con cellule mesenchimali rappresentano, infatti, un eccezionale aiuto in caso di artrosi, aiutando la persona a mantenere autonomia di movimento e riducendo il dolore. Grazie alle cellule mesenchimali di provenienza dal tessuto adiposo è possibile posticipare l'impianto di protesi. La tecnica rappresenta, quindi, una valida alternativa all'operazione chirurgica per quelle persone che non possono o non vogliono effettuarlo. L'effetto dura da uno a tre anni (più l'articolazione o la zona trattata risulta compromessa, minore sarà l'efficacia). Oltre ai benefici delle Lipogems per l'artrosi, le cellule mesenchimali danno risultati straordinari per favorire la guarigione in seguito ad interventi chirurgici, ad esempio per riparare ad eventi traumatici. Questa loro azione coadiuvante all'intervento chirurgico offre al paziente tempi di recupero ridotti, riduzione del dolore, e una più efficace risposta alla riabilitazione.
I casi più trattati in ortopedia rigenerativa: Lipogems per artrosi, ginocchio e anca
I casi che offrono i risultati più soddisfacenti e più richiesti dai pazienti riguardano:
trattamento con Lipogems nel ginocchio: il ginocchio è una zona particolarmente soggetta a sollecitazioni. Sia in caso di traumi che di artrosi del ginocchio, la limitazione motoria e il dolore rappresentano una grave limitazione per il paziente. La cartilagine è un tessuto non vascolarizzato: per questo, presenta una limitata capacità auto-rigenerativa. Le cellule mesenchimali, andandosi a differenziare nel tessuto cartilagineo, ne favoriscono la riparazione. Anche in caso di operazioni al menisco, le cellule adipose (Lipogems) si sono rivelate un sostegno prezioso;
trattamento con Lipogems nell'anca: nei casi di artrosi dell'anca (coxartrosi) le cellule mesenchimali si sono rivelate molto utili, sia per favorire la rigenerazione cellulare, sia per controllare l'infiammazione e ridurre il dolore. Applicate nella fase iniziale della malattia, possono tenerla sotto controllo, aiutando il paziente a mantenere una buona capacità motoria. Allo stesso modo, possono essere utilizzate in alternativa all'intervento, quando questo non sia possibile, ad esempio nei pazienti di età molto avanzata;
iniezioni di cellule adipose nella caviglia;
infiltrazioni di cellule adipose nella spalla;
coadiuvante in interventi chirurgici di riparazione tendinea, come nel caso del tendine d'Achille.
Lipogems: tempi di recupero dopo l'intervento.
In seguito all'iniezione di cellule staminali mesenchimali, il paziente può riprendere quasi da subito le sue normali attività. Sarà immediatamente in grado di camminare senza l'aiuto di stampelle e, dopo circa 2 ore, potrà fare ritorno alla propria abitazione. Si consiglia solo di non fare sforzi o eccessiva attività fisica per almeno due/tre giorni dopo la procedura. La zona potrebbe rimanere leggermente gonfia o dolente per un giorno o due, ma questi effetti scompariranno progressivamente. Allo stesso modo, si avvertirà un crescente miglioramento, sia delle capacità motorie che in relazione al dolore. Man mano che le cellule mesenchimali vanno a riparare la zona danneggiata questi effetti si faranno sempre più evidenti.
Medicina rigenerativa con cellule staminali Lipogems: i costi
Il costo delle iniezioni con cellule mesenchimali Lipogems varia in base alla patologia da trattare, alla zona, e al percorso terapeutico che verrà stabilito in accordo con il medico specialista ortopedico.
Lipogems: controindicazioni ed effetti collaterali delle cellule mesenchimali
Dal momento che le cellule mesenchimali Lipogems sono estratte dal tessuto adiposo dell'individuo stesso, sono ben tollerate dall'organismo e non presentano rischi di effetti collaterali o risposte autoimmuni. Gli unici effetti collaterali delle Lipogems possono essere un lieve arrossamento, indolenzimento e gonfiore della zona trattata, che tendono a scomparire nel giro di pochi giorni. Lo stesso vale per eventuali controindicazioni alle iniezioni con staminali mesenchimali (Lipogems, Lipocell). Il trattamento non è invasivo ed è ben tollerato dalla maggioranza delle persone. Le uniche limitazioni sono rappresentate dalla presenza di malattie autoimmuni, di gravi infezioni o tumori. In questi casi l'intervento deve essere valutato con attenzione dal medico ortopedico specialista.
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Medicina rigenerativa con mnociti
Le cellule mononucleate da sangue periferico (PBMC) sono cellule immunitarie (monociti, linfociti) addette alla rigenerazione e riparazione dei tessuti. Le infiltrazioni di cellule mononucleate, infatti, possono essere considerate una terapia cellulare alternativa tra il PRP e il tessuto adiposo
Come si ottengono le cellule mononucleate?
Le PBMC si ottengono da un semplice prelievo di sangue periferico da cui è trattenuta la componente cellulare mononucleata, costituita da monociti e linfociti. I monociti sono i primi a rispondere al danno tissutale e iniziare, con successo, il processo rigenerativo. Attraverso il rilascio di specifiche sostanze (chemochine, citochine, proteine rimodellanti la matrice e fattori di crescita) interagiscono con il micro-ambiente tissutale dove è avvenuto il danno tissutale, dando inizio alla guarigione del tessuto.
Come avviene il prelievo?
Grazie alla tecnologia Monocytes® è possibile separare le cellule mononucleate dal resto del sangue. Questa tecnologia, infatti, si avvale di un sistema dotato di un filtro che, tramite un circuito chiuso, seleziona per dimensione le cellule mononucleate escludendo altre componenti cellulari come gli eritrociti (globuli rossi) e i granulociti (neutrofili, eosinofili e basofili) dal potere pro-infiammatorio.Il concentrato di cellule mononucleate selezionate è caratterizzato da un’alta vitalità cellulare, in quanto il sangue non viene stressato ma filtrato ed è facilmente iniettabile in sede di lesione e non presenta reazioni avverse. La procedura completa dura circa 20 minuti e il decorso post-trattamento è compatibile con le normali attività quotidiane. Viene solo consigliato un riposo adeguato.
Infiltrazione delle cellule mononucleate
Terminata questa prima fase, il concentrato cellulare viene recuperato con una siringa e può essere infiltrato in sede di lesione sia durante un’operazione chirurgica che in ambulatorio.
Le cellule mononucleate, e in particolare i monociti, infiltrate nel sito sofferente hanno il vantaggio di:
• Partecipare al rimodellamento vascolare
• Favorire il rimodellamento osseo
• Riparare la componente strutturale tissutale
• Portare a una migliore vascolarizzazione tissutale
• Convertire il processo pro-infiammatorio in un processo anti-infiammatorio
Applicazione cliniche delle infiltrazioni di cellule mononucleate
Le cellule mononucleate dal potenziale anti-infiammatorio e rigenerativo, possono essere utilizzate in differenti discipline mediche:
• Ortopedia • Artrosi • Lesioni muscolari. • Lesioni e cisti ossee. • Ricostruzione dei tendini e delle cartilagini.
• Chirurgia vascolare
• Vulnologia
Vantaggi dei monoliti
La tecnologia Monocytes® è un approccio terapeutico innovativo che sfrutta il recupero dei monociti dal potenziale rigenerativo e anti-infiammatorio, escludendo le altre cellule del sangue pro-infiammatorie. Le caratteristiche della procedura sono:
• Sicurezza, riproducibilità e velocità procedura ambulatoriale ,
• Sistema a circuito chiuso per evitare eventuali contaminazioni
• Non necessaria centrifugazione che limita lo stress a carico delle cellule
procedura ambulatoriale
Tempi di recupero dopo il trattamento con Monociti.
il paziente può riprendere quasi da subito le sue normali attività. Sarà immediatamente in grado di camminare senza l'aiuto di stampelle e, dopo circa 2 ore, potrà fare ritorno alla propria abitazione. Si consiglia solo di non fare sforzi o eccessiva attività fisica per almeno due/tre giorni dopo la procedura. La zona potrebbe rimanere leggermente gonfia o dolente per un giorno o due, ma questi effetti scompariranno progressivamente. Allo stesso modo, si avvertirà un crescente miglioramento, sia delle capacità motorie che in relazione al dolore. Man mano che le cellule mesenchimali vanno a riparare la zona danneggiata questi effetti si faranno sempre più evidenti.
Medicina rigenerativa con Monociti: i costi
Il costo delle iniezioni con cellule monocitiche varia in base alla patologia da trattare, alla zona, e al percorso terapeutico che verrà stabilito in accordo con il medico specialista ortopedico.